If you ask people, who are the leaders that you remember, 10-15 years later, they often tell you, he/she was someone that saw me in a way in which I couldn’t yet see myself. And in that moment, I trusted that I could become that person.
Gianpiero Petriglieri
Negli ultimi anni, abbiamo incontrato organizzazioni che si sono domandate – e che ci hanno domandato – come far brillare il talento delle loro persone. Abbiamo risposto invitandole a una trasformazione che permettesse a ognuno di essere la migliore e più autentica versione di sé.
Ognuno di noi porta con sé un mix irripetibile di caratteristiche: sogni, abilità, passioni. Proprio per questo, guardare al percorso di vita di un’altra persona non può essere considerato il metro di misura del proprio successo. Non esiste una direzione o un risultato ideale da perseguire nella vita, perché ognuno ha il proprio, unico, personale cammino. La chiave per diventare la miglior versione di sé stessi, sta nella conoscenza di sé, nel riconoscimento e nel potenziamento dei propri talenti.
Una definizione di talento
Nell’antichità il talento era un’unità di misura della massa dei metalli che, in seguito, venne utilizzata come misura di denaro, dall’entità variabile (un talento equivaleva a circa 26-34 kg di argento a seconda della civiltà a cui facciamo riferimento). Da qui deriva il significato di talento come “valore”.
Come unità di misura di denaro, cioè come moneta, il talento poteva esprimere il suo valore soltanto quando veniva scambiato con un bene o investito. Questo vale anche con il concetto di talento che abbiamo oggi: si riferisce alle inclinazioni e abilità naturali che hanno la capacità di generare ricchezza. Tutti ce l’abbiamo, ma il nostro talento ha valore solo se lo mettiamo in pratica.
La parte oscura del talento
Con Wyde lavoriamo per permettere alle persone di riconoscere i propri talenti e le proprie unicità per renderle consapevoli anche della loro “parte oscura” e dei comportamenti sentinelle che ci fanno capire quando stiamo andando verso la nostra zona d’ombra. Stress, frustrazione, stanchezza possono indurci ad abbassare la guardia e ad agire senza cura o senza troppo pensare portandoci a decisioni sbagliate, danneggiando le relazioni e la nostra reputazione. Un talento sovrautilizzato, in queste situazioni alterate, diventa una potenziale trappola che potrebbe frenare te e/o il team.
Per esempio, se sei una persona metodica, organizzata e scrupolosa nel portare a termine il tuo lavoro, percepita dagli altri come affidabile, in momenti di difficoltà o stress c’è il rischio che il tuo ordine e il tuo rigore si accentuino e che tu possa risultare inflessibile. Potresti dimostrare ansia nei confronti di una routine che cambia, eccedere con la pignoleria, analizzare troppo e di conseguenza non essere capace di prendere decisioni.
E una via di crescita
Con Wyde lavoriamo per permettere alle persone di riconoscere i propri talenti e le proprie unicità per renderle consapevoli anche della loro “parte oscura” e dei comportamenti sentinelle che ci fanno capire quando stiamo andando verso la nostra zona d’ombra. Stress, frustrazione, stanchezza possono indurci ad abbassare la guardia e ad agire senza cura o senza troppo pensare portandoci a decisioni sbagliate, danneggiando le relazioni e la nostra reputazione. Un talento sovrautilizzato, in queste situazioni alterate, diventa una potenziale trappola che potrebbe frenare te e/o il team.
Per esempio, se sei una persona metodica, organizzata e scrupolosa nel portare a termine il tuo lavoro, percepita dagli altri come affidabile, in momenti di difficoltà o stress c’è il rischio che il tuo ordine e il tuo rigore si accentuino e che tu possa risultare inflessibile. Potresti dimostrare ansia nei confronti di una routine che cambia, eccedere con la pignoleria, analizzare troppo e di conseguenza non essere capace di prendere decisioni.