Tutto corre troppo veloce, sempre.
L’incertezza è aumentata a causa di nuove crisi geopolitiche e guerre, cambiamenti nell’ordine economico globale e avanzamenti tecnologici pervasivi come l’intelligenza artificiale.
Cerchiamo di stare al passo, ma le nostre vite, abitudini e aspirazioni si trasformano. E dobbiamo fermarci.
Abbiamo una riserva limitata di risorse fisiche e psicologiche. Anche le batterie vanno ricaricate. E quando le nostre si scaricano, ci esauriscono la voglia di fare, ci sentiamo esausti e stressate.
Fermati e ascoltati
Immagina di dare vita a un tuo personale santuario con riti dedicati alla cura di te. Può essere una meditazione guidata o una passeggiata nella natura, una pratica creativa, come disegnare, cucinare o scrivere, o una tazza di tè caldo nel tuo bar preferito con un libro che ami. Bertolt Brecht ha descritto i suoi momenti di disconnessione o come li chiama lui “Piaceri”, in questa poesia:
La prima occhiata dalla finestra la mattina
Il vecchio libro ritrovato
Volti pieni di entusiasmo
Neve, il volgere delle stagioni
Il quotidiano
Il cane
La dialettica
Fare la doccia, nuotare
Musica antica
Scarpe comode
Comprendere
Musica nuova
Scrivere, piantare
Viaggiare
Cantare
Essere cordiale.
C’è una danza silenziosa che spesso dimentichiamo: quella del tempo che ci dedichiamo. Non si tratta di tempo libero, ma di quel tempo intimo, senza rumore, senza notifiche, senza dover dimostrare nulla. Quel tempo che ha il sapore del “non fare” e il ritmo del “essere”.
I rifugi interiori
A volte basta poco: il profumo del caffè appena fatto, o il sorriso inaspettato di uno sconosciuto, immaginarti in un angolo della casa che ami, senza schermi, solo una finestra o una candela accesa. Una passeggiata senza meta nel tuo quartiere. Una di quelle dove non guardi l’orologio, ma ti lasci portare dalle vie, dai suoni, dagli odori. Tirare fuori un quaderno e lasciare scivolare la penna. Più che il contenuto è il gesto liberatorio che fa il suo dovere. Sogni, pensieri sparsi, disegni di parole che fanno sorridere.
E poi, riscrivere anche certe emozioni: nell’abbracciare la noia per esempio, c’è una grande liberazione. Quella sensazione che tutti cerchiamo di evitare potrebbe essere il tuo biglietto per nuove intuizioni. Rallenta, siediti e annoiati un po’. Potresti scoprire qualcosa di sorprendente.
Hai mai sentito parlare dei Snow Monkeys, i macachi giapponesi che si rilassano nelle sorgenti calde di Jigokudani in Giappone? Questi animali si immergono nelle acque termali per scaldarsi durante i rigidi inverni delle montagne. La loro immagine è diventata un simbolo di ricerca di benessere, anche nelle condizioni più difficili.
Come i Snow Monkeys, anche noi possiamo trovare spazi di calore nei nostri inverni interiori. Qual è la tua sorgente calda?
C’è una frase di Haruki Murakami che dice: “Quando la tempesta sarà finita, non ricorderai come hai fatto ad attraversarla, ma una cosa è certa: non sarai più lo stesso che vi è entrato”.
Le tempeste fanno parte del nostro viaggio, ma è nelle piccole scelte quotidiane che troviamo la forza per attraversarle. Oggi, scegli di prenderti cura di te.
Buone Feste e stay Wyde!